GUARDO O VEDO?
Guardo, ma non sò si guardo o vedo
Ciò l’occhi aperti fissi a l’orizzonte
Ma sò ceco a la vita qua de fronte;
Po’ esse che l’osservo e non ce credo
Ciò er posto ar finestrino sopra ar treno
Er monno scôre accanto a l’incontrario,
Se coji er bello ai lati der binario
È ito, non fai attempo a tirà er freno
Pe’ sto dilemma gnente soluzzione?
Me possino cecamme si lo so
Posso solo guardà co’ più attenzzione
Chiusi, arifiato l’occhi appena ‘n po
Lo scuro attorno è ‘na benedizzione:
Mo è er nero che me guarda oppure no?
Fin da bambino mi hanno sempre ripetuto: “Parla come magni”. E io questo consiglio l’ho seguito, alla lettera. Talmente alla lettera che ho cominciato anche a scrivere come “magno”.
Così sono nate “Le Poesie Der Sandrone”
Hey, attento amico, c’è da bere qui!
La coda alla vaccinara è uno squisito piatto della cucina romana povera: la sua origine è da cercare nelle osterie dell’antico quartiere romano in cui abitavano i Vaccinari, cioè coloro che macellavano i bovini.
I rigatoni con la pajata sono uno dei capisaldi della cucina romana, meno conosciuti rispetto ad alcuni grandi classici come la trippa alla romana e la coda alla vaccinara.
Come per molte altre ricette tipiche laziali, anche la trippa alla romana conserva sapori ricchi e profumi intensi, come quello del guanciale e della menta, infine il tutto viene impreziosito da un’abbondante grattugiata di pecorino romano.